Via Crucis III incontro
Duomo di Milano
5 marzo 2013.
Mons. Mario Delpini
La parola impronunciabile
Ecco: è stata pronunciata la parola impronunciabile, la
parola sconcertante, forse persino irritante, se non se ne penetra
il mistero. Ecco: forse si potrebbe dire che questo pio esercizio
della Via Crucis ha portato il suo frutto se qualcuno tra noi qui in
Duomo o qualcuno di quanti partecipano a questa preghiera da
lontano, riuscisse stasera a dire la parola impronunciabile e a
farne stile di vita. Forse si potrebbe dire che il cammino di
conversione compie qualche passo e continua a scrivere qualche cosa
meritevole d’essere letto sulle pagine della storia se ci
fosse qualcuno che si decide a fare propria la parola impronunciabile.
E la parola impronunciabile è quella
scritta da Frère Christophe poco tempo prima d’essere
sgozzato in Algeria. La parola impronunciabile è: Vi dico, in
piena verità, va tutto bene.
Gesù cade la terza volta: la devozione si
è immaginata che una e due e tre volte il Figlio sia
stramazzato perché il peso del male è troppo
insopportabile, perché il tradimento e l’abbandono sono
troppo strazianti, perché l'angoscia per la desolazione
dell’umanità che rifiuta la mano tesa di Dio è
troppo, troppo deprimente. Gesù cade la terza volta.
Come si potrà pronunciare la parola
impronunciabile: “Vi dico, in piena verità, va tutto bene”?
L'uomo, ogni uomo, ogni donna, cade chi sa quante
volte: cadono i martiri sotto i colpi dei carnefici, cadono i giusti
nelle insidie spietate di spregiudicati senza scrupoli, cadono i
deboli sotto il peso di una vita insostenibile, cadono fragili
libertà e ingenue presunzioni nelle insidie del tentatore,
cadono.
Come si potrà pronunciare la parola
impronunciabile: “Vi dico, in piena verità, va tutto bene”?
Gesù è spogliato delle vesti:
Gesù è umiliato sotto gli occhi di tutti, nudo in
mezzo a un branco di cani, nudo accerchiato da una banda di
malfattori, l’umiliazione di essere ridotti a uno spettacolo,
l’imbarazzo di diventare un oggetto: il più bello dei
figli dell’uomo esposto al disprezzo, uomo dei dolori davanti
al quale ci si copre il volto.
Come si potrà pronunciare la parola
impronunciabile: “Vi dico, in piena verità, va tutto bene”?
L'uomo, la donna, la Chiesa spogliati delle
vesti, assediati dalla curiosità scriteriata, dal gusto di
umiliare la dignità delle persone, di dare in pasto
all’ossessione degli sguardi maliziosi l’intimità
che il pudore deve custodire, la frenesia dell’indiscrezione,
la consuetudine della calunnia, la malizia dell’insinuazione.
Come si potrà pronunciare la parola
impronunciabile: “Vi dico, in piena verità, va tutto bene”?
Gesù inchiodato sulla croce: la mano
potente che calma il mare e zittisce il vento è inchiodata e
ridotta all'impotenza; la mano tenera che tocca le piaghe dei
lebbrosi per sanare le ferite, che accarezza i bambini per
consolarne il pianto, che benedice il pane perché basti alla
fame della moltitudine, è ridotta a una piaga; il Giusto e il
Santo è mescolato ai ladroni, collocato tra i maledetti.
Come si potrà pronunciare la parola
impronunciabile: “Vi dico, in piena verità, va tutto bene”?
L’uomo, la donna, la Chiesa sono
così spesso paralizzati dalla violenza, bloccati
nell’inutilità, il bene che fanno è disprezzato,
il bene che potrebbero fare sembra che non interessi, le opere
giuste, buone, sapienti sono gettate nella grande confusione di una
cronaca che non distingue il bene dal male.
Come si potrà pronunciare la parola
impronunciabile: “Vi dico, in piena verità, va tutto bene”?
La parola impronunciabile risulterebbe
sconveniente, irritante, se non fosse scritta da un uomo giusto e
buono che intravede avvicinarsi l’insidia del rapimento e la
mano che taglia la gola.
La parola impronunciabile nessuno avrebbe il
coraggio di pronunciarla se non fosse l’eco della parola
dell’apostolo che scrive: del resto, noi sappiamo che tutto
concorre al bene, per quelli che amano Dio (Rm 8,28).
La parola risulta impronunciabile, irritante,
sconveniente, perché oggi è di regola il malumore,
oggi il più intelligente sembra quello che critica di
più, il maestro più ascoltato è quello che
insegna a non credere a niente; oggi, se qualche cosa non va, sembra
che prima di cercare un rimedio si cerca un colpevole. Per questo
non è consentito dire: vi dico, in piena verità, va
tutto bene.
Ma noi vorremmo che il sangue dei martiri,
dell’innumerevole folla dei martiri dei nostri tempi fosse
semente di nuovi cristiani, cristiani nuovi, che praticando con
devozione il pio esercizio della Via Crucis, che contemplando la
passione del Signore, sono raggiunti dal dono vivificante, sono
attratti da un amore che li trasfigura, ricevono lo Spirito
consegnato dal Crocifisso secondo la parola dell'evangelista: Dopo
aver preso l’aceto, Gesù disse: “È
compiuto!”. E chinato il capo, consegnò lo Spirito (Gv 19,30).
Ecco, io vedo che si fanno avanti uomini e donne
abitati dallo Spirito, capaci di sorridere e di sperare, gente che
dice: vi dico, in piena verità, va tutto bene, finché
è possibile amare. Anche se la vita ci travolge, va tutto
bene, finché possiamo vivere d’amore; anche se una mano
ci percuote, va tutto bene finché possiamo ricambiare il male
con il bene e continuare ad amare; anche se siamo vittime del
tentatore che ci induce al peccato, va tutto bene finché
siamo raggiunti da un amore che ci perdona, che ci rialza, che ci
chiama alla riconciliazione. Va tutto bene, se siamo disponibili
allo Spirito che trasforma ogni situazione in occasione
perché sia portata a compimento la nostra vocazione all’amore.
Ecco, io vedo che si fanno avanti uomini e donne
convocati dallo Spirito per essere un cuore solo e un’anima
sola nella santa Chiesa di Dio, gente che dice: vi dico, in piena
verità, va tutto bene, finché è possibile che
la Chiesa abiti la storia degli uomini come segno del Regno, come
casa accogliente per tutti i popoli, come parola di profezia e di
speranza. Anche se la Chiesa è spogliata delle sue vesti,
è spogliata delle sue ricchezze: va tutto bene, finché
noi saremo fieri di essere la santa Chiesa di Dio, segno della
pazienza e della tenerezza di Dio. Anche se la Chiesa è
derisa e insultata, anche se la curiosità morbosa e il
risentimento ostinato si accaniscono nel sospetto, nella denuncia,
nella faziosità disonesta, va tutto bene, finché noi
saremo lieti di essere uomini e donne di Chiesa disponibili a
soffrire qualche cosa perché la Chiesa sia santa e
immacolata, tutta gloriosa, senza macchia né ruga o
alcunché di simile (Ef 5,27).
Ecco, io vedo che si fanno avanti uomini e donne,
animati dallo Spirito di fortezza e di sapienza, gente che dice: vi
dico, in piena verità, va tutto bene, finché ci
è possibile imitare Gesù. Anche se le nostre mani sono
impotenti perché inchiodate dalla violenza, rese inerti dalla
malattia, dalla vecchiaia, dalla disabilità, va tutto bene,
finché abbiamo abbastanza fede per credere che la nostra
debolezza è lo spazio aperto perché si manifesti la
potenza di Dio; anche se siamo in un mondo confuso e
contraddittorio, dove giusti e ladroni patiscono lo stesso
supplizio, va tutto bene, se abbiamo abbastanza sapienza, amore e
pazienza per trasformare la vicinanza in solidarietà, la
confusione in occasione per dire parole di perdono, l’ultimo
respiro in un compimento, il congedo in un ingresso nel paradiso di Gesù.
Nessuno può dire d’aver vissuto bene
la Via Crucis finché non la vive come una sequela,
finché non vi attinge la sapienza della croce, finché
non accoglie presso di sé lo Spirito per rispondere alla sua
vocazione e poter dire: vi dico, in piena verità, va tutto
bene, finché vivo come Gesù, amo come Gesù,
muoio come Gesù, per essere sempre con Lui, nella gloria del Padre.
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