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domenica 26 settembre 2010

us Vighignolo




sabato 25 settembre 2010 i nostri campioni del Vighignolo hanno inziato il campionato nel migliore dei modi vincendo 2 a 0 contro il San Romano,una bella partita sofferta dove i piccoli campioni hanno dimostrato grinta e coraggio,senza dimenticarsi di divertirsi e farci divertire,

gli 8 passi dello yoga

Gli otto passi dello Yoga (Astanga-Yoga)

Secondo il Rishi Patanjali lo Yoga ha otto passi, che egli nel 29.Yogasutra descrive come segue:

yama, niyama, asana, pranayama, pratyahara, dharana, dhyana, samadhayo stav angani!


1. Yama: è il controllo assoluto in relazione alle cinque seguenti regole:

Non violenza (ahimsa): non ferire né uccidere fisicamente o mentalmente esseri viventi, poiché chi ferisco? È il mio stesso spirito.

Amore per la verità (satya): non dire menzogne, non trasmettere false informazioni, non testimoniare il falso, poiché a chi mento? Al mio stesso spirito.

Non rubare (asteya): non rubare niente, non essere avido. A chi ruberei? Le mie stesse cose non le posso rubare. Lo stesso spirito è in tutto. Quando la consapevolezza si è sviluppata in modo da riconoscere che lo stesso spirito vive in tutto, allora nessuno potrà più essere ferito, a nessuno potrà più essere mentito e a nessuno potrà più essere rubato.

Continenza (brahmacarya): controllo sui rapporti sessuali, sui pensieri collegati a cose sessuali e sul toccare. Non si dovrebbe né guardare film pornografici né leggere libri pornografici. Quando qualcuno sente, nella sua (limitata) attività sessuale, l’unità con atma, allora esercita la continenza.

Non possessività (aparigraha): non accumulare agiatezza, non approvare la corruzione, non conservare regali di lusso.

2. Niyama: è regolazione o disciplina in relazione alle cinque seguenti regole:

Purezza (sauca): purezza fisica e mentale. Si dovrebbero accettare tutti i pensieri, buoni e cattivi. Essi arrivano da Dio per rendere l’uomo più perseverante.

Soddisfazione (samtosa): essere sempre felici e liberi da desideri terreni, accettare tutti i desideri come provenienti da atma.

Autodisciplina (tapas): sobrietà, regolarità e costanza nel cammino spirituale.

Autoapprendimento (svadhyaya): studio della fisiologia, della psicologia, della filosofia e dello spirito (atma), che ci dà pura conoscenza e ci conduce alla liberazione.

Dedizione a Dio (isvara pranidhanani): fede, amore, lealtà, dedizione e sottomissione a Dio.

3. Asana: sono esercizi o posture fisiche:

Nell’esercizio di ogni nostra azione necessitiamo di un corpo solido e resistente e di uno stato mentale equilibrato. Con la pratica delle asana, malattie fisiche e malattie mentali come preoccupazioni, paure, depressioni e tensioni possono essere rimosse, e può essere ristabilito il corretto ordine fisico e mentale. Siamo in grado di conservare la nostra salute, di eseguire ogni azione e di meditare.

4. Pranayama: o energia cosmica

Vita è respiro e respiro è vita. Ogni creatura vivente dipende dal respiro. Esso inizia al momento del concepimento, mentre la vita termina con l’esalazione dell’ultimo respiro. La corretta respirazione ha un eminente significato per tutti, in ogni sfera vitale, poiché respiro, corpo e mente si trovano in reciproca relazione.

Nel 49.yogasutra Patanjali spiega pranayama nel seguente modo:
tasmin sati svasa-prasvasayor gati-vicchedah pranayamah|

Il significato dell’intero sutra suona: quando ci si è rafforzati in questo (le asana), ha luogo pranayama. Ciò è il controllo del respiro tramite l’interruzione dell’inspirazione e dell’espirazione. Dopo aver allenato bene le asana, inizia il controllo sul prana

5. Pratyahara: o ritiro dei sensi

Pratyahara è la tecnica o la via attraverso la quale i sensi con i propri oggetti non vengono più a contatto e vengono ritirati nella sostanza mentale. Pratyahara è possibile solo quando la mente viene controllata. Poiché solo la mente può controllare i sensi. Quando il sadhaka (l’aspirante, colui che pratica sadhana) ha raggiunto la consapevolezza e sa che atma esiste ovunque, allora egli controlla automaticamente anche la mente. Il sadhaka dovrebbe dunque, in ogni momento, provare a sentire l’unità con atma. Gli esercizi di pranayama sono pure utili, poiché anche attraverso di essi viene temporaneamente controllata la mente, e risulta quindi più facile sentire l’unità con atma.

6. Dharana: o concentrazione

Dharana è il fermare la materia mentale su un oggetto esteriore o su uno interiore. Concentrazione sulla punta del naso, nel punto tra le sopracciglia, sul cuore, su determinati centri nervosi nella colonna vertebrale (chakra), sul sole, sulla luna oppure su qualsiasi altro oggetto, viene detto dharana. Dietro questi posti o oggetti dovrebbe essere percepita la presenza di atma.

7. Dhyana: o meditazione

Nello stato di dhyana (meditazione) la percezione è rivolta ininterrottamente verso un posto. Quando la corrente della percezione scorre ininterrotta e la sostanza mentale è orientata completamente e continuamente su un oggetto, questo viene chiamato dhyana. Nello stato di dhyana la mente si è unita con il tranquillo prana.

Esistono due diversi tipi di dhyana: sakara (meditazione con forma) e nirakara (meditazione senza forma). Meditazione con forma consiste nell'immaginarsi un oggetto oppure un'immagine. Meditazione senza forma consiste nel pensare alla qualità, all'attività e alla beatitudine di atma, di paramatma o di Dio.

8. Samadhi: o unità coscienziale o illuminazione

Samadhi viene chiamata la meditazione durante la quale, nella consapevolezza, esiste solo l’oggetto della meditazione, e la consapevolezza riluce della sua stessa forma di per se stessa vuota.

Samadhi è dunque lo stato in cui esiste solo la consapevolezza dello spirito e non rimangono altre cose.

La Dattatreya Samhita (una scrittura sullo yoga) descrive questo stato nel seguente modo: L’armonia o l’equilibrio dello spirito divino individuale e dello spirito divino universale è samadhi.

sabato 18 settembre 2010

calcio Vighignolo

Il Vighignolo batte il San Romano per 1 a 0 con goal di Pajo,sotto una pioggia torrenziale sorprende la difesa avversaria colpendo in scivolata una palla crossata.
Un bellissimo goal che premia la tenacia e la fiducia in questo bravo giocatore e che insegna a non arrendersi mai ma continuare a credere in ciò che si fà,un grande insegnamento per tutti.

martedì 14 settembre 2010

«Cristianofobia»

I 500 cristiani uccisi da musulmani in Nigeria in questi giorni sono l’ennesimo caso di una «cristianofobia sempre più preoccupante. I cristiani vengono perseguitati per la loro fede e perché sono una minoranza. Ma l’Occidente resta in silenzio». È la denuncia di René Guitton, lo scrittore francese capace di rilanciare a Parigi il dramma della persecuzione dei credenti in Cristo nel mondo con un saggio-inchiesta che ha conseguito il Premio per i diritti dell’uomo del Parlamento transalpino. Il volume si intitola «Cristianofobia» ed è edito da pochi giorni da Lindau. Partendo da esperienze e incontri concreti sul campo, Guitton traccia una sorta di mappa ragionata e documentata dell’avversione ai cristiani da parte dell’islamismo, del comunismo ateo e dell’hindutva, l’ideologia che vuole rendere l’intera India una nazione indù. Abbiamo raggiunto per una breve intervista Guitton, appena rientrato da una tournée in Canada.


I fatti di questi giorni in Nigeria ripropongono il tema dei cristiani perseguitati. Esiste, a suo avviso, una coscienza internazionale sull’avversione violenta verso i cristiani nel mondo?


Sì, questa coscienza c’è ma sono difficili le modalità con cui intervenire. Le pressioni possono essere fatte, per esempio, dall’Unione europea in maniera politica ed economica. Ad esempio: la Turchia vuole entrare in Europa (non mi pronuncio su tale fatto), quindi l’Unione europea può esigere che all’interno dell’armonizzazione legale prevista per l’ingresso in Europa, il governo Ankara sopprima l’obbligo di citare la religione di appartenenza sulla carte di identità, che è un fatto che in quel Paese causa discriminazione. Anche tramite l’Unesco, mediante l’educazione e l’aiuto culturale che viene offerto in vari Paesi con questa istituzione - per esempio l’Autorità palestinese -, si possono fare pressioni. Inoltre è possibile fare interventi economici sui governi: per esempio, su quello iracheno, che ha bisogno di aiuti finanziari esterni, oppure sui responsabili di Hamas a Gaza, che hanno un’impellente necessità di denaro per la ricostruzione.

Non fà notizia,non interessa,è lontano da noi e dal nostro mondo...o è qualcosa d'altro che tacita la nostra coscienza?