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domenica 20 febbraio 2011

Il Saluto nelle Arti Marziali

Il Saluto nelle Arti Marziali


Nelle arti Marziali Giapponesi è consuetudine salutarsi prima e dopo ogni lezione, come segno di rispetto verso ciò che stiamo facendo e verso i nostri compagni di pratica, oltre che al Maestro. Vediamo in dettaglio i principali saluti che vengono utilizzati e il loro significato (fonte dal Web)


Il primo, e forse il più tradizionali tra quelli utilizzati è:

Onegai shimasu

Onegai shimasu è una frase che è difficilmente si riesce a tradurre letteralmente in altre lingue.
La seconda parte shimasu è essenzialmente il verbo suru che significa fare coniugato al presente..


Onegai viene dal verbo negau che significa prego che meglio inteso nel senso auguro che.
La O in apposizione rende la frase più onorifica.
ovviamente la frase non viene mai utilizzata senza la O iniziale. (attenzione a non confondere l'uso della O con la stessa lettere in O-sensei, perchè quest'ultima assume il significato di "Oo" cioè grande, onorevole).


Nella cultura giapponese Onegai shimasu viene utilizzato in molte situazioni. La connotazione principale è lo scambio di reciproci auguri per il futuro. Quindi ha il significato che può assumere per noi italiani la frase : Spero che la nostra relazione porti a buone cose nel futuro. E' usata anche durante le feste dell'anno nuovo, ad esempio nella frase kotoshi mo yoroshiku onegai shimasu, che tradotta al meglio (N.d.A.) significa : Spero che quest'anno io possa realizzare buone cose.


Un'altra connotazione è prego, per favore nel senso di per favore permettimi di allenarmi con te (rivolto verso il futuro, n.d.r.). E' il saluto comunemente utilizzato quando si saluta la persona che ci istruisce nell'arte e che noi riconosciamo come il nostro Maestro.
Se però ci sentiamo rispettosi, quasi ossequiosi, verso la persona che salutiamo allora è possibile dire onegai itashimasu che usa la forma kenjyougo (ovvero rispettosa) del verbo. Questo ci pone in gerarchia ad un livello inferiore rispetto alla persona che stiamo salutando (a meno che entrambi non usino la stessa forma ossequiosa. In tal caso il senso generale sarebbe di chi fa l'inchino con il naso più vicino a terra ! )
Per pronunciare correttamente la frase la si potrebbe trascrivere in questo modo

o ne gai shi ma su

( per gli amanti dei tecnicismi tenete presente che la S di SU è staccata dal resto della frase, e va pronunciata come si pronuncia gas, invece della S lunga di solo.)


Il saluto che invece si utilizza più strettamente durante la pratica del Karate possiamo sostanzialmente suddividerlo in due gruppi: saluto da seduti, saluto in piedi.

Seiza-rei

Seiza-rei

Il saluto in posizione seiza (seiza=posizione tipica in ginocchio seduti sui talloni) è più solenne del saluto in piedi. Ma oltre che un atto di rispetto verso il Dojo e i suoi partecipanti è anche un momento di riflessione e di concentrazione.
Il saluto in Seiza viene eseguito con tutti gli allievi disposti in una fila, rivolti verso il Maestro, in ordine di grado. Al comando del sempai (il capofila , ossia il karateka più alto in grado) si scenderà in posizione di Seiza uno per volta. Il capofila ordinerà poi il saluto secondo il seguente ordine:
Shome-ni Rei (Shomen = lett. Lato Giusto,Corretto, ni=verso, rivolto al, Rei=Salutare)
Sensei-ni Rei ( Sensei = Maestro, ni=verso, rivolto al, Rei=Salutare) e tutti risponderanno OSS! (OSS è la contrazione di Onegai shimasu )
Otagai-ni Rei (Otagai = Praticanti, ni=verso, rivolto al, Rei=Salutare) ad esclusione del Maestro, tutti risponderanno OSS!
Per ciascun saluto (Rei) ogni karateka porterà prima la mano sinistra e poi la mano destra a terra davanti a se, e poi scenderà con la fronte verso le mani giunte.
Il saluto in ginocchio
L'esecuzione del saluto in seiza ha un significato particolare, che risale ai tempi dei samurai. A quei tempi in cui si combatteva per la vita la mano destra, ossia quella che estraeva la spada, era l'ultima ad allontanarsi dal fianco e la prima a ritornare vicino alla Tsuba (elsa della spada).

Ritsu-rei

Ritsu Rei
Si saluta il Dojo, in posizione eretta (ritsu-rei), all'atto dell'ingresso prima dell'inizio della lezione, analogamente si farà lo stesso (sempre rivolti verso il Dojo) al momento dell'uscita da esso.
Se la lezione è già iniziata, e per un motivo molto particolare noi dobbiamo fare il nostro ingresso in ritardo, ci porremo all'ingresso del Dojo in posizione di Seiza e attenderemo il saluto dell'insegnante.

E' molto importante notare che, in ogni caso, non dovremo comunque mai entrare durante l'esecuzione di un Kata o di una tecnica qualunque, ma solo nelle pause intermedie tra un'esecuzione e l'altra.

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